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Alessandro
Marchesini, la vita e le opere (Verona 1664 - 27 gennaio 1738)
Il
primo passo per capire l'importanza artistica di Alessandro Marchesini, a quasi
tre secoli dalla sua morte, è ricordare i riconoscimenti che ebbe, ancora in
vita, da parte dei suoi contemporanei.
In
particolare quanto scritto del Marchesini
da Francesco Maria Niccolò Gabburri (1676-1742), una presenza
significativa nel panorama culturale della Firenze dei primi decenni del
Settecento, collezionista, mecenate, membro di varie accademie erudite,
incaricato di cariche pubbliche e un appassionato studioso di storia artistica,
autore delle "VITE DI PITTORI
"(ca.1730 - 1742), un opera monumentale ripartita in quattro tomi, nata
come ampliamento e correzione dell'Abecedario pittorico del bolognese
Pellegrino Antonio Orlandi e conservata manoscritta nel fondo Palatino della
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (Pal. E.B.9.5, I-IV), che raccoglie le biografie ordinate per nome,
con aneddoti ed elenchi delle opere principali di artisti dal Duecento fino
agli anni Trenta del Settecento, con citazioni frequenti dalle fonti a cui il
Gabburri attinse largamente.
Alessandro
Marchesini iniziò come allievo di Biagio
Falcieri a Verona. All'età di 17 anni si trasferì a Bologna, dove entrò nel
seminario di Carlo Cignani.
Il
suo stile apparteneva all'area veneto-emiliana, alla cosiddetta "corrente
bolognesizzante".
Il
Marchesini nelle sue opere si ispirava e copiava le composizioni di altri
pittori, imitava i più diversi stili trasformando la grande pittura sacra e
mitologica in pittura di genere. La notevole fortuna che incontrò in vita è
comunque collegata alla sua importanza
nell'accentuare il processo di disintegrazione del linguaggio barocco e
della trasformazione sociale che ne era alla base. Fu uno dei pochi pittori che abbiano lavorato
prevalentemente per mercanti e borghesi e divenne famoso con allegorie di
piccole figure. Fu attivo soprattutto a Verona, Venezia, Padova ed in Germania.
Figlio di Francesco, lapicida e architetto autore
della sopraelevazione nel 1669 della Chiesa di San Domenico a Verona in Via del
Pontiere, ottenne la sua prima
commissione proprio in quella Chiesa.
Infatti, dopo un incendio subito nel 1686, la sala venne rialzata e
affrescata sontuosamente con finte architetture sulle pareti e sul soffitto,
interessanti per il loro vertiginoso effetto scenografico. Negli spazi lasciati
liberi Alessandro Marchesini affrescò sul soffitto, con uno stile fortemente
barocco, scene relative a "San Domenico" e nella fascia superiore, in
dieci scompartimenti ovali, scene della vita di "Santa Caterina da
Siena"(1687).
ll
"Giona esce dalla balena" della Chiesa di San Nicolò, Verona, degli
anni 1691/1692, olio su tela dimensioni 170x150, ubicato sotto il cornicione ,
lato destro, 5° quadro, rientrava nell'ambito della tradizione veronese
legandosi più al Falcieri che agli studi emiliani.
Al
contrario la sua "Assunzione della Vergine di San Biagio" del 1696
nella Chiesa di San Marziale a Breonio e la sua "Adorazione dei
pastori" del 1699 nella Cappella dei Notai del Palazzo Scaligero di Verona
, che furono sempre tra le sue opere più elogiate , contenevano riferimenti per
l'arte bolognese del Carracci. È opportuno ricordare che i Notai, per la
decorazione pittorica mobile della Cappella nel Palazzo Scaligero di Verona,
incaricarono tra il 1693 ed il 1699, oltre al parigino Louis Dorigny ( il più
affermato del gruppo e già attivo con successo nel territorio veneto da circa
un ventennio) quattro artisti locali di
sicura fama, i veronesi Alessandro Marchesini, Giambattista Bellotti,
Giambattista Canziani e Santo Prunati.
Il
suo pregevole dipinto allegorico nel Palazzo Mercantile di Bolzano, quasi
contemporaneo alla tela dei Notai di Verona, tratta della "Soluzione di
una controversia fra una città del Sud ed una del Nord" e rappresenta
l'affermazione del Marchesini come pittore di fama anche nel mercato tedesco
verso cui, a partire da questo momento, egli inviò la maggior parte delle sue
opere, richiestissime e pagate a caro prezzo, come ricorda ancora il Maffei.
Nella
Chiesa della Cattedra di San Pietro di Marcellise il dipinto raffigurante "San Pietro in
Cattedra rapito nella visione dello Spirito Santo" evidenzia la
narratività così caratteristica nella pittura veronese del Settecento, fatta di
piccole figure e di un gusto tendenzialmente scenografico; secondo il Lanzi
quest'artista, nel dipingere i suoi quadri, metteva "più facilità che
studio".
Alessandro
Marchesini fu quindi un pittore ricercato in vita ma anche contemporaneamente un mercante d'arte. In
queste vesti collabora proficuamente col mercato avendo come committenti, tra
gli altri, Lothar Franz von Schoenborn, il lucchese Stefano Conti ed il
veneziano Giovanni Battista Baglioni. Da Stefano Conti, ricco col commercio
della seta, Marchesini ricevette l'incarico di costituire ex novo una
collezione di quadri "moderni", che finirà col raggiungere il
ragguardevole numero di quasi cento pezzi. Il ruolo del Marchesini è quello,
poliedrico, di selezionatore di artisti e di soggetti dipinti ( perlopiù
"quadri istoriati") così come di organizzatore d'ogni particolare,
dall'imballo alla collazione del carteggio intrattenuto coi pittori coinvolti
nell'impresa.
Egli
è anche ricordato anche per aver raccomandato un giovane pittore, il Canaletto,
nelle lettere inviate da Venezia per un anno, a partire dal luglio 1725, al
collezionista d'arte lucchese Stefano Conti, di cui era agente, dicendo:
“Antonio
Canal stordisce universalmente ognuno che ammira le sue opere perché si vede
lucer dentro il Sole.” Alessandro Marchesini, pittore veronese, 14 luglio 1725
A
Verona molte gallerie private possedevano suoi lavori ma oggi non è rimasto
molto della sua produzione.
Le
principali opere di Alessandro Marchesini, di cui è stato trovato riscontro
bibliografico, sono le seguenti:
- CHIESA
DI SAN DOMENICO, Verona, 1687, "Affresco volta San Domenico" .
- CHIESA
DI SAN NICOLÒ, Verona, 1691/1692, "Il Giona esce dalla balena", olio
su tela, dimensioni 170x150.
- CHIESA
DELL'ARA, San Pietro In Cariano, 1694, pala d'altare, originale firmato,
"Santa Chiara nell'atto di proteggere la Valpolicella", olio su tela
entro cornice intagliata e dorata, dimensioni 223 x 301 cm.
- BREONIO,
SS Marziale e Giovanni, 1696, "Assunzione della Vergine di San
Biagio".
- CAPPELLA
DEI NOTAI, Palazzo Scaligero, Verona , 1699, "Un'Adorazione dei
pastori" .
- PALAZZO
MERCANTILE DI BOLZANO,1699, "Soluzione di una controversia fra una città
del Sud ed una del Nord".
- CHIESA
DI SAN PIETRO, Marcellise, "San
Pietro in Cattedra ".
- PALAZZO
LEONI MONTANARI, Vicenza, "Flora".
- THE
STATE HERMITAGE MUSEUM di San
Pietroburgo, Russia, 1710, "Nuove vestali vergini", olio su tela,
dimensione 118x 169cm, proveniente dal Stroganov Palace Museum, Leningrad,
1926.
- MUSÉE
DU LOUVRE, Département des Arts graphiques, attribuita a Alessandro MARCHESINI,
Ecole vénitienne " L'Adoration des Rois" INV 5073, Recto , Fonds des dessins et
miniatures, Petit format 23x 34,30 cm, tecniche: penna - inchiostro bruno -
lavaggio marrone - di pietra nera
- MUSEO
RENATO RAFFAELLI, Santuario di
Sant'Antonio a Gemona Del Friuli (UD), "Madonna in gloria e San Felice da
Cantalice"
- ASTA
CHRISTIE'S, 22/05/2007, Milano, lotto 75,
" Sacrificio d'Ifigenia (Ifigenia in Aulide) e Ifigenia in Tauride",
due olio su tela, entro cornici intagliate e dorate, dimensione 99,50 x 114,30
cm.
- ASTA
CHRISTIE'S , 29/10/2008, Olio su tela, originale, "The Sacrifice of
Noah", dimensione 80,00 x 104,40 cm.
- ASTA
FARSETTI ARTE , Prato, 07/11/2008, passepartout ovale su tela rettangolare, un
olio su tela di "Cleopatra",
dimensione 103,00 x 85,00 cm.
- ASTA
HAMPEL ARTE, Munich, 05/12/2008 ,
Originale, "Flora o l'allegoria della primavera e Ceres o l'allegoria
della estate", Olio su tela, dimensione 60,50x48,50 cm.
- ASTA
TAJAN, Parigi, 19/10/2005, "La Sainte Famille", attribuita,
dimensioni 177,00 x 131,00 cm.
- COLLEZIONE
MOLINARI PRADELLI, "Gesù e i due fanciulli ".
- ASTA
PORRO & C Art Consultin, Milano,
09/05/2007, , originale, "La Partenza di Enea da Cartagine "un Olio
su rame, dimensione 24,00 x 46,00 cm.
- ASTA
PORRO & C Art Consultin, Milano,
2004, Due Oli su tela, 1710, dimensioni 100 x 133 cm, "Non date scandalo
ai fanciulli", "Lasciate che i fanciulli vengano a me", firmato
e datato in basso a destra.
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